C’è qualcosa di rinascimentale in Michele Cassetta. Come definire altrimenti qualcuno che è medico d’eccellenza, appassionato di musica, interprete teatrale, filosofo, psicologo e adesso anche scrittore o, per meglio dire, poeta? Non è facile, ai giorni nostri, trovare personalità in grado di svolgere tutte queste attività assieme, e ognuna con eguale passione.
Perché parlo di “poeta”? Perché la poesia è un anello di congiunzione tra la letteratura e la musica. Ora, la prosa garbata, nitida, essenziale di Michele Cassetta scavalca il piano meramente narrativo e si congiunge perfettamente alla colonna sonora – sempre raffinata e di altissima qualità – dei suoi spettacoli. Ma anche chiamarli “spettacoli” è riduttivo. Le piccole, importanti storie che vi vengono raccontate, e che questo libro riporta, contengono verità, indicazioni, visioni utili per la vita quotidiana, ma anche allusive di un modo di essere e di percepire se stessi e il mondo. Filosofia, dunque, esposta a tocchi delicati, con parabole non moralistiche. E senza traccia di retorica.
Il fine è la cura del nucleo profondo della malattia corporea, psichica e sociale, come si addice a un medico fuori del comune. Fare un passo verso il modo di vivere che Cassetta addita è già una terapia. Per cui mai l’autore rinuncia alla propria vocazione intima, di curare attraverso una comunicazione umana, efficace, benefica. E le melodie pensose del jazz sono un viatico emotivo che esalta la forza delle parole. C’è coerenza in tutto ciò, come in tutte le attività che Cassetta – caso che credo unico – riesce a miscelare senza mai contraddirsi.
Ci si deve abbandonare alla loquela elegante, sobria, persuasiva di questo esperto in umanità. Musica e disegni aiutano. Si avrà in cambio una certezza di percorso, instillata a gocce di aneddoti, esempi, suggestioni. Ci si troverà arricchiti, quanto meno di una consapevolezza che nel Rinascimento alcuni sapienti coltivavano, smarrita quasi per intero nella cacofonia odierna. Per fortuna esiste ancora un Michele Cassetta capace di prenderci per mano e di farci riflettere su noi stessi e sul sentiero migliore verso i nostri destini.